Quando vedete un film al cinema o un programma in TV, o quando leggete un documento al PC,i vostri occhi vedono l’energia emessa dagli schermi, e generalmente si tratta di tre canali: rosso, verde e blu.
Se voi foste un pesce rosso, vedreste la luce in modo diverso: un pesce rosso infatti può vedere la radiazione infrarossa che è invisibile all’occhio umano.
I calabroni invece possono vedere la luce ultravioletta. Ancora una volta, gli umani non possono vedere le radiazioni ultraviolette.
Ora, immaginate se potessimo vedere il mondo con gli occhi di un umano, di un pesce rosso e diun calabrone insieme.
In realtà, possiamo.
Lo facciamo con telecamere multispettrali e iperspettrali.
TECNOLOGIA
Le telecamere multispettrali matriciali e lineari usano diverse tecnologie per acquisire le immagini.
Diamo una rapida occhiata ai principali.
Le telecamere multispettrali matriciali e lineari usano diverse tecnologie per acquisire le immagini.
Diamo una rapida occhiata ai principali.
Le camere lineari sfruttano due tecnologie per acquisire i dati multispettrali: la prima utilizza un prisma posto immediatamente dopo l’ottica per separare le componenti di lunghezza d’onda differente ed indirizzarle verso sensori lineari indipendenti – vedi Fig. 1.
La seconda tecnologia utilizza invece sensori multilinea in cui ognuno di essi è ricoperto da un filtro passa banda che permette di raccogliere solo le informazioni relative a determinate bande spettrali ben definite – vedasi a tal proposito la Fig. 2.
Nelle telecamere multispettrali matriciali si utilizzano invece tecnologie basate su prisma o a mosaico o piastrelle.
La prima è identica a quella descritta in precedenza per le lineari: un prisma per separare lo spettro del visibile da quello – per esempio – dell’IR per indirizzarli verso due sensori matriciali sensibili aquelle lunghezze d’onda – come mostrato in Fig. 3 – o per separare diverse lunghezze d’onda ed indirizzarne ciascuna su un singolo sensore.
La tecnologia detta a mosaico acquisisce più lunghezze d’onda per ogni pixel che comporrà l’immagine attraverso sensori particolari con filtri a mosaico 4×4 disposti su tutto il sensore stesso – Fig. 4.